Come condividere (quasi) tutto grazie alla Rete – Wired.it

Nel caso ve lo foste perso, il nuovo imperativo morale in rete è condividere. Non tanto inteso come “ Ehi, voglio condividere il maggior numero possibile di informazioni sul mio cane attraverso Facebook!”, ma nel senso più materiale del termine. Al giorno d’oggi, più o meno chiunque ad avere qualcosa in eccesso, e se non sono i soldi possono essere vecchi vestiti, e se non sono vestiti possono essere dvd, una decennale esperienza nell’ imbiancare o nel fare baby-sitting, un po’ di zucchero da prestare ai vicini o un fazzoletto di terra coltivabile nel cortile dietro casa.

Oggi, grazie alla rete, queste persone possono condividere beni e servizi con una comunità virtualmente sconfinata di interessati. Basta fare una piccola ricerca per invischiarsi in un fitto sottobosco di portali, forum e social network specificamente creati per favorire la condivisione di oggetti o abilità. Oggi ci concentreremo su quelli che si occupano di barattare e condividere servizi.

TradeSchool
L’idea ricorda i principi che, in via puramente teorica, animavano le autogestioni al liceo: via la barriera che distingue studenti da professori, tutti sono studenti, tutti sono professori, ognuno si occupa di tenere lezioni di sua competenza alla classe intera. Le autogestioni si traducevano in una disastrosa parentesi di anarchia studentesca. TradeSchool, invece, funziona. Laciato nel 2010 a New York, questo progetto si basa su una innovativa forma di baratto: chi ha una particolare esperienza o è in grado di impartire lezioni su un determinato argomento, lo comunica sul sito di TradeSchool che organizza la lezione. Chi è interessato a seguirla si presenta all’orario stabilito portando in cambio un oggetto o un’idea. Quello che può sembrare una dinamica un po’ naif ha riscosso invece un buon successo, al punto che le TradeSchool si sono diffuse un po’ ovunque. Anche a Milano, dove a maggio di questo anno è partito un progetto tutto italiano con decine di laboratori e lezioni diverse.

SkillShare
Sostanzialmente, si tratta di un’alternativa fighetta a TradeSchool. SkillShare è un portale ben curato volto alla creazione di una community di persone che cercano o offrono insegnamenti. Si va dai corsi di chitarra classica, a quelli di fotografia e sceneggiatura, dallo startup banking alla conoscenza dei tablet, si trovano anche laboratori focalizzati sull’uso di Instagram e altri sulla fermentazione della birra. La principale differenza con TradeSchool è che invece di barattare oggetti, il meccanismo si basa su soldi veri. Questo significa che gli studenti dovranno pagare un ticket per ogni lezione, ma anche che gli aspiranti professori potranno mettere in tasca qualche spicciolo creando classi reali in cui insegnare nel tempo libero. Questa qui sotto, ad esempio, è una lezione di percussioni.  


BarterQuest
Tanto vasto quanto confusionario, BarterQuest è una delle più ampie piattaforme virtuali ideate per il baratto di beni o servizi. Uno degli slogan della compagnia newyorchese è “ compra qualunque cosa senza spendere un centesimo”, il che è tecnicamente corretto dal momento che la valuta di scambio, in BarterQuest, sono i points. Puoi ottenere points vendendo beni o servizi, o come maggiorazione di un baratto. Nel caso i tuoi points tocchino quota zero, puoi sempre comprarne di tasca tua (1 point costa 1 dollaro). Il funzionamento di BarterQuest è semplice: ti serve qualcuno che ti abbellisca il giardino o che ti ripari l’impianto elettrico? Inserisci la mansione desiderata fra i tuoi WANTS e il sistema di Matching del sito trova chi lo fa gratis e chi in cambio di un servizio simile. Attenzione però, nella sezione web/computer si trovano autentici salassi.
 

SkillPagesUno dei socialnetwork skill-based più puliti e funzionali. SkillPages ti permette di creare facilmente un profilo in cui mettere in mostra le tue principali abilità, offrirle a un pubblico sconfinato di possibili utenti interessati e trovare persone che condividono con te un tipo di esperienza simile. Il sito permette di importare i propri dati da Facebook e Linkedin, e di costruirsi alla svelta un ampio parco contatti sfruttando le reti a cui già appartieni. Esiste un sistema di raccomandazioni che rende SkillPages piuttosto simile a Linkedin. La differenza consiste nel fatto che mentre Linkedin è finalizzato alla ricerca di occasioni lavorative, SkillPages è studiato per mettere in contatto persone comuni che cercano o possono offrire servizi.

Hey, Neighbour!
Non so voi, io dopo tre anni di convivenza spalla a spalla non ho ancora spiccicato una sola parola con i miei vicini. Il che è un peccato, perché spesso avere buoni rapporti con i vicini fa comodo. Hey, Neighbour! è progettato esattamente per questo. Si tratta di un portale che permette di creare piccole reti sociali limitate al perimetro del tuo vicinato. Il primo del quartiere che accede al sito crea la comunità, gli dà un’estensione territoriale e invita gli altri membri connessi in rete. Questo dovrebbe bastare a creare un buon rapporto tra vicini? No, ma il sistema MicroFavors forse sì: hai bisogno di sedie per la festa-devasto di sabato sera, o di qualcuno che ti dia una mano a regolare l’antenna parabolica? Pubblichi la tua richiesta sul forum MicroFavors e questa verrà inoltrata a tutti i vicini, che potranno accettare o rifiutare di aiutarti. Ma dal momento che lo status dei microfavori è visibile a tutti, c’è da scommettere che lo stesso vicino che tira lo sciaquone alle 5 di mattina per vendicarsi dei tuoi bagordi della sera prima, si riveli molto più disponibile, una volta che c’è da mostrare a tutti la propria magnanimità.