Prossima al debutto un’app per tablet (e computer), per rendere meno passivo il modo in cui guardiamo il grande schermo

29 aprile 2011 di Gianni Sibilla

Il fatto è sotto gli occhi magari non di tutti ma di molti sì: il modo in cui si sta di fronte alla TV sta cambiando. Quante volte avete guardato un programma con il computer sulle ginocchia o l’iPad in mano, con Twitter, Facebook o FriendFeed aperti per commentare con gli amici, o alla ricerca di qualche informazione di contesto? Se l’avete fatto, fate parte di quella minoranza (o maggioranza?) tecnologica a cui si rivolge un nuovo concept, destinato a diventare presto realtà: si chiama GOAB ed è stato pensato dalla tedesca Syzygy Lab, agenzia con sedi in mezzo mondo – tra i clienti anche italiani come Dolce&Gabbana e Ferrero – che la presenterà il 5 maggio prossimo a Mannheim.

GOAB è un’app per iPad che vuole integrare in unico spazio diverse possibilità di espansione del consumo TV: una guida interattiva alla scelta dei programmi, che ci aiuti non solo a sapere cosa c’è da vedere, ma anche a decidere a partire da un nostro profilo e da alcuni tag; il reperimento di informazioni di contesto per quello che si sta guardando – per esempio grafiche e dati interattivi di un match sportivo; interazione sui social network, ovviamente; e-commerce e gaming. Apparentemente non sembra nulla di così poi innovativo, ma il video diffuso per presentare il concept alza decisamente il tasso di interesse:
Gli stessi creatori, come modello, citano un paio di app già presenti sull’iTunes statunitense, come quella dedicata alla serata degli Oscar. Sullo stesso modello sono in circolazioni diverse altre, come quella sviluppata dalla ABC per rendere interattiva la visione in diretta di Grey’s Anatomy o come i diversi esperimenti fatti nello sport professionistico americano – notoriamente ossessionato dai dati, la cui voglia viene soddisfatta da app che permettono di avere su iPad ogni tipo di statistica, da consultare in diretta lo svolgimento delle partite.

Gli sviluppatori promettono che tutti i dati saranno cloud based e che quindi le funzioni dell’app si potranno usare anche su desktop e telefonini – anche se il tablet sembra la destinazione perfetta, per dimensioni dello schermo e ingombro. Allo stato attuale, non è chiaro su quali mercati debutterà il servizio – la maggior parte degli esperimenti fatti finora si sono svolti negli Stati Uniti e sono pressoché inutilizzabili altrove; inevitabilmente, la localizzazione sarà una delle chiavi per capire la portata del progetto, che allo stato attuale sembra decisamente interessante e da tenere d’occhio.

fonte: Wired.it